Kasabian live @ Transilvania, Milano – 29/01/05
Gesù Cristo è tornato tra noi e si è moltiplicato per 5.
Ed è salito sul palco del Transilvania…
Questo è ciò che appare davanti ai miei occhi sabato scorso, dopo un’attesa di un’ora e mezza (cosa che non si addice affatto all’ambiente milanese) accompagnata da un dj7 meritevole, due donne dietro la consolle, un misto tra indie e brit, che già avevo avuto l’occasione di assaggiare prima del concerto milanese de Le Tigre, lo scorso ottobre.
Inglesissimi, loro, i Kasabian, ma quanto si sente la matrice UK??? Di quelli che ti accorgi subito che sono cresciuti a suon di Primal Scream, Stone Roses, Charlatans, ed è praticamente impossibile non coglierne l’effetto che ha avuto sui loro brani.
E dire che ero abbastanza prevenuta sul concerto (non sul gruppo, s’intende, che, almeno per quanto mi riguarda, è stato il cd dell’anno), gruppo esordiente del 2004, un solo album all’attivo e primo tour fuori dalla Madrepatria, temevo un’esibizione fotocopia-del-cd, priva di coinvolgimento (diciamo quindi un concerto sullo stile Interpol, che bravini lo sono, ma sul palco sembrano statue di cera…).
E invece mi trovo il palco dominato dalle due chitarre/voci principali, si, effettivamente gli altri 3 componenti sono un po’ di contorno, però si sanno gestire. La scaletta non poteva essere altro che quella tratta dal loro album d’esordio omonimo, con l’eccezione per due brani nuovi, direi decisamente “benvoluti” dal pubblico, con picchi di delirio alle note di “Reason is Treason” e “L.S.F.”.
Bravissimo il tecnico delle luci.
Giudizio finale, un + per i Kasabian.
Unica pecca: ma quanto sono tamarri? E non riescono a nasconderlo dietro i loro capelli castani lunghi fino alle spalle, barba incolta di qualche giorno e vestiti decisamente attillati, in perfetto stile inglese, che lasciano intravedere il petto villoso e le catene d’oro al collo (crocifissi?)…
E non ci concedono il bis, forse perché avevano terminato la scelta dei brani.
Anais.
10 Postille:
yo! facciamo un po' di polemica...
ma perchè il suonare il cd dal vivo è una cosa negativa? dipende dalla musica che fai...gli Interpol sono un quadro, una fotografia, immobili, eterni e perfetti. conciliano perfettamente le note che suonano con la loro immagine!
Facciamola questa polemica. Credo Che CD e Live set siano situazioni diverse ed emotivita' diverse, probabilmente quando sei seduto con lo strumento in braccio,le cuffie e la sicurezza dello studio,tiri fuori tecnicamente il meglio,l'arrangiamento piu' diretto e radiofonico. Il Live invece e' dilatazione, respiro e' un'ulteriore spiegazione del tuo messaggio a chi ha ascoltato il tuo disco, e' il momento per guardare in faccia chi c'e' giu' e vedere anche come ci rimane a riconoscere un pezzo stravolto perche' magari tu musicista oggi lo senti cosi'.
Per Anais Bravi i zabbian un concerto professionale. Un - Per le Dj's tecnicamente inesistenti.
Notte Cecc
Vero, ma c'è anche il rovescio della medaglia: molti nascondono dietro presunte versioni "alternative" dei brani dal vivo una incapacità tecnica che non gli permette di ricreare esattamente il registrato.
Poi magari il 17 aprile, assistendo alla fotocopia dell'ultimo concerto, mi annoierò di fronte alle statue di cera. cera di grande qualità, però.
Le mie idee qui:
http://manyinwonderland.iobloggo.com/archive.php?eid=28
Buone Cose
Many
bravi bravi che fate polemica...
qui tutto è permesso...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
perche' posti e poi cancelli?
Cecc
perchè avevo postato 2 volte la stessa cosa...
La ringrazio per Blog intiresny
leggere l'intero blog, pretty good
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